Il contenuto del tesoro
Il bottino è formato da 97 monete d’oro puro che testimoniano la ricchezza dell’epoca. Accanto alle monete sono emersi vari gioielli preziosi, tra cui spiccano diversi orecchini impreziositi da perle, pietre semipreziose e vetro colorato. Ogni pezzo è un bell’esempio delle tecniche orafe tipiche dei Bizantini.
Le monete spaziano dal regno di Giustino I (518-527) fino all’inizio del regno di Eraclio (610-613). Questi anni sono segnati da forti turbolenze politiche, culminate con l’assalto degli eserciti sasanidi alla Palestina bizantina nel 614. Il ritrovamento di queste monete in un unico luogo fa capire quanto Hippos fosse importante dal punto di vista economico e politico.
Analisi numismatica
L’approfondita analisi delle monete ha evidenziato diverse tipologie: solidi, semissi e tremissi. Tra questi, spicca in particolare un tremissis, assai raro, coniato a Cipro nel 610 da Eraclio il Vecchio assieme a suo figlio. Questo esemplare raro racconta delle lotte di potere che hanno segnato l’inizio della dinastia eracliana. Danny Syon, numismatico che ha collaborato nella ricerca, ha sottolineato come questo ritrovamento aiuti a conoscere meglio la storia economica e politica di quel periodo.
Scoperta e conservazione
La fortuna ha sorriso ad Edie Lipsman, un’appassionata di metal detection, che a luglio ha individuato il sito. Le monete sono state ritrovate in condizioni così buone da permettere un’analisi approfondita da parte degli archeologi. Michael Eisenberg, archeologo all’Università di Haifa, ha definito questo ritrovamento “uno dei cinque più importanti tesori in oro mai trovati nella regione”. Le sue parole fanno capire il valore storico e scientifico di questa scoperta.
Ricerche future e valore storico
Gli studi sul sito proseguono, con ricerche che si concentrano sulle iscrizioni delle monete e sulle tecniche di realizzazione dei gioielli. Anche se non c’è ancora una data fissata per l’esposizione pubblica del tesoro, varie istituzioni museali internazionali hanno già mostrato interesse.
Questo ritrovamento offre uno sguardo unico su un’epoca importante della storia umana, invitando sia gli studiosi che il pubblico a guardare con attenzione alla conservazione dei patrimoni nascosti sotto il nostro suolo. Ogni nuova scoperta permette di avvicinarsi sempre di più alla comprensione delle complesse dinamiche che hanno contribuito a formare il mondo che conosciamo oggi.