Ecco i 5 Paesi con le riserve d’oro più grandi nel 2025

Quando l’economia vacilla, l’oro diventa un rifugio sicuro. Il suo valore sa resistere a inflazione e svalutazioni e per molti paesi rappresenta un punto fermo. Diverse nazioni lo usano non solo come garanzia finanziaria, ma anche come leva economica per contrastare il predominio di valute come il dollaro.
I paesi con più oro nel 2025
Fonti autorevoli come Statista e il World Gold Council mostrano una classifica interessante dei paesi che accumulano questo metallo prezioso, rivelando una distribuzione variegata a livello mondiale.
Russia: una mossa contro il dollaro
La Russia si piazza al quinto posto con 2.330 tonnellate; di recente, ha fatto registrare un aumento di 30 tonnellate, superando appena la Cina, che possiede 2.229 tonnellate. Questa scelta fa parte di una strategia più ampia, volta a diminuire la dipendenza dal dollaro e a potenziare la propria autonomia finanziaria.
Francia: un retaggio storico
La Francia arriva al quarto posto con 2.437 tonnellate. Le sue riserve hanno origini che risalgono al XIX secolo, durante il periodo del gold standard. Tra il 1850 e il 1914, grazie agli scambi con il Medio Oriente e la Russia, agli acquisti tramite la Banca di Francia e alle importazioni dalle colonie in Africa occidentale e in Indocina, la Francia ha accumulato oro prezioso. A metà del secolo scorso, in più, ha aggiunto oltre 1.000 tonnellate alle sue riserve.
Italia: una risorsa nel bilancio pubblico
L’Italia si posiziona al terzo posto, con 2.452 tonnellate. In seguito alle sfide economiche interne, si è persino parlato di vendere parte dell’oro per ridurre il deficit pubblico, una proposta che ha innescato accesi dibattiti in ambito politico ed economico.
Germania e Stati Uniti: campioni dell’oro
Germania: un’eredità che risale al dopoguerra
La Germania si classifica seconda con 3.350 tonnellate. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il paese scambiò marchi tedeschi con dollari americani, che furono poi convertiti in oro. Gran parte delle riserve tedesche, inizialmente conservate a New York, sono state trasferite negli ultimi anni a Francoforte.
Stati Uniti: un primato imbattuto
Gli Stati Uniti detengono ben 8.133 tonnellate d’oro, dominando nettamente la classifica. Negli anni ’30, il possesso privato dell’oro fu vietato, e i cittadini furono costretti a venderlo al governo a un prezzo fisso di 35 dollari l’oncia. Questo ha portato le riserve a toccare il picco di 20.000 tonnellate prima che, negli anni ’70, venisse nuovamente consentito il possesso individuale.
Uno sguardo alla storia e all’economia
Il XIX secolo ha visto affermarsi il sistema basato sull’oro, mentre il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale ha rafforzato il ruolo del dollaro nelle transazioni mondiali. Le modifiche legislative degli anni ’30 e ’70 negli Stati Uniti hanno inoltre rimodellato le dinamiche delle riserve d’oro su scala globale.
Oggi, la distribuzione delle scorte auree varia tra i grandi protagonisti: dalla Russia alla Francia, dall’Italia alla Germania fino agli Stati Uniti. Ogni nazione gestisce le proprie riserve seguendo strategie che riflettono le necessità economiche del momento e le prospettive di lungo periodo in ambito geopolitico.
Questa situazione ci fa riflettere su come l’oro, oltre ad essere un investimento finanziario, rappresenti anche un segno tangibile della sovranità nazionale e dell’equilibrio economico mondiale.